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Devozione
Il
pericolo saraceno prima e barbaresco poi teneva viva la devozione verso
il concittadino. In modo particolare è ricordato un fatto miracoloso
contro il pericolo musulmano, così narrato da Filippo Noberasco in I
Saraceni in Liguria.
«Era una notte cupa, orribile il tempo, la natura in furore. Il popolo
di Taggia era tappato in casa e, nelle capaci cucine, le ave, al
chiarore oscillante dei lucernieri ad olio, novellavano ai piccoli di
terribili storie di banditi. E, mentre esse parlavano tra un silenzio
fondo, i ladroni erano davvero alle porte. Una torma di Saraceni,
salita da Arma, se ne veniva su per sorprendere la città inconscia, tra
la furia della bufera.
Ma
che è, che non è? Mentre i pirati si fan presso, la città si rischiara,
poi la luce si fa vivida, è indi un tornear di fiamme, un rimbombar
d’archibugi, di spingarde. I Saraceni son sorpresi, s’arrestano,
guardano stupefatti.
Intanto lo spettacolo si fa più terrificante. Oh che succedeva a Taggia?
Chi era là entro? Non era gente di quaggiù sicuro.
I
Saraceni ebbero paura, voltaron le terga, lasciando traccia del loro
passaggio.
Chi
avea così, salvata la città? Il santo concittadino, Benedetto Revelli |
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