FIGS, Federazione Italiana, Giochi Storici

ABBIATEGRASSO

Palio di San Pietro

Seconda Domenica di Giugno

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Amici del Palio di San Pietro
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20081 Abbiategrasso MI


Tel.
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E-mail: info@paliodisanpietro.it

 

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Il Castello Visconteo di Abbiategrasso duecentesca, fu eretto nel 1382 da Gian Galeazzo Visconti e fatto abbellire dopo il 1438 da Filippo Maria Visconti. Venne strategicamente costruito in asse con il Naviglio Grande e con la strada di collegamento Milano - Vigevano. Fu meta di villeggiatura dei Visconti, che amavano organizzare feste, cene e giostre.
Il Palio di San Pietro è un manifestazione culturale nata nel 1980 dal sacerdote dell’Oratorio Don Luigi Alberio, con l’aiuto di Augusto Rosetta (primo presidente dell’Associazione Amici del Palio). Lo scopo era quello di “aggregare la gente” nelle varie Contrade e Rioni come a Siena, Asti e Legnano. Veniva organizzata una corsa di cavalli montati a pelo da cittadini abbiatensi. Con gli anni, le Contrade iniziarono a ingaggiare fantini famosi.
Negli anni il Palio è diventato un momento di incontro e di festa, non solo di un giorno, ma di più. Si inizia con “Le Giornate Medioevali”. Per l’occasione viene allestito un accampamento medioevale con dei percorsi didattici per i bambini e i ragazzi, su antichi mestieri, un modo per avvicinare le nuove “leve” al mondo del Palio.
La Domenica prima del giorno del Palio, le sei Contrade, (Gallo, Piattina, Legnano, Nuova Primavera Cervia, San Rocco e Sforza), sfilano nei propri rioni per richiamare l’attenzione della gente sull’evento che sta per compiersi. Alla fine della mattinata, si riuniscono nella piazza principale della città di Abbiategrasso, Piazza Marconi, dove, sulla facciata del municipio, viene mostrato a tutta la comunità il cencio che andrà in premio alla contrada vincitrice. Il cencio viene dipinto dai ragazzi delle scuole secondarie di primo grado di Abbiategrasso, scelto tramite un Bando di concorso “Dipingi il Cencio”.
La seconda domenica di giugno, è il gran giorno. Si parte la mattina con la parte sacra: la Santa Messa propiziatoria, dove le contrade ringraziano e chiedono la benedizione di Dio, e la benedizione del cencio e dei cavalli, fantini e capitani di Contrada. Questo è il momento dove la gente di Abbiategrasso vede chi sarà, nel pomeriggio, sul “campo di battaglia”. Successivamente, a Palazzo Comunale, avviene la firma del regolamento della corsa da parte dei fantini e dei capitani, davanti alla comunità, per mostrare la trasparenza del patto.
Nel pomeriggio, le sei sfidanti si ritrovano nelle proprie sedi per dare il via alla sfilata in costume medioevale, che le conduce al Castello Visconteo. Da qui parte il Corteo Storico, formato oltre che dalle Sei, dalla Corte di Abbiategrasso, che rappresenta gli antichi Signori Sforza che regnavano sulla città. La Corte viene portata in sfilata dalla contrada vincitrice del Palio dell’anno precedente.
Durante tutto il corteo, gli sfilanti (circa 450) sono accompagnati da sbandieratori e musici professionisti provenienti da altri Palii Italiani. Lungo le strade la gente si accalca per vedere la bellezza dei costumi e l’ingegno delle contrade nel cercare di portare in scena personaggi sempre nuovi, anche con l’aiuto di animali quali cavalli e falchi.
Per quanto riguarda il tema di sfilata, ogni singola Contrada ogni anno interpreta una nuova coreografia con temi inerenti al periodo storico.
La sfilata giunge così, attraversando le vie principali di Abbiategrasso, al campo del Palio, allestito nel Quartiere Fiera. Ad attenderla tantissima gente, anche dai paesi limitrofi. Molti arrivano anche da Asti, Siena, Legnano per veder correre i propri fantini compaesani. Sul campo è allestito un palco che ospita le Autorità Civili e Religiose, i Capitani e i Signori di Abbiategrasso. Il pomeriggio prosegue con l’esibizione conclusiva dei vari gruppi di sbandieratori che si sfidano a chi riesce a fare le migliori acrobazie.
Il Capitano del Palio dà lettura dell’editto con cui chiede al Sindaco di Abbiategrasso il permesso per correre il Palio. È un momento molto suggestivo, sancito con lo squillo delle chiarine, il rullo dei tamburi, e il volo delle colombe all’urlo di “Si corra il Palio, si corra il Palio, si corra il Palio”. Il Gran Magistrato passa, poi, all’estrazione della posizione di partenza delle sei contrade al canapo. I contradaioli iniziano un grande tifo assordante, perché la posizione influisce molto sull’esito della corsa, anche se non tutto è detto. Nel frattempo, cavalli, fantini e rappresentanti di Contrada si preparano nel retro campo alla corsa. I Capitani percorrono la pista di corsa per verificare che non ci siano imperfezioni o ostacoli che possano impedire la regolare corsa.
Alle 18.00 arriva il momento tanto atteso: il mossiere designato dall’Associazione chiama nell’ordine stabilito i cavalli. Da qui in poi si aspetta la “mossa buona”, cioè quella dove tutti i cavalli sono allineati. Allo sgancio del canapo la corsa parte ed è un momento elettrizzante: i cavalli corrono, la gente incita, i contradaioli pregano nella vittoria. Giro dopo giro si arriva al quinto, quello finale dove tutto può cambiare. Al passaggio del cavallo al foto finish, la contrada vincitrice esulta, soprattutto se è da tanto che non vince. È una festa unica: vengono premiati tutti, anche se con premi diversi. Il capitano dell’eletta riceve il cencio e il trofeo che andrà ad arricchire la collezione di contrada.
Il Palio di San Pietro si tiene la seconda domenica di Giugno, viene corso in onore al Santo Patrono San Pietro che si festeggia il 29 giugno.
Si conclude così la festa più importante dell’Associazione Amici del Palio di San Pietro, il Palio, festa fatta da gente, per la gente.

 

 

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